ROMA - Balene, orche e delfini avrebbero in comune con la volpe qualcosa in più dell'intelligenza. Sarebbe infatti un piccolo mammifero, simile alla rossa devastatrice di pollai, l'antenato dei cetacei. E' quanto risulta da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, coordinato dal professor Hans Thewissen del Northeastern Ohio Universities College of Medicine (NEOUCOM), a Rootstown, negli Stati Uniti. L'anello di congiunzione tra la vita terrestre e quella acquatica è stato individuato nell'Indohyus, un mammifero a quattro zampe vissuto 48 milioni di anni fa.
Che i cetacei discendessero da animali terrestri lo aveva già intuito un certo Charles Darwin. Questi animali si sono evoluti rapidamente e il passaggio dallo stato di mammiferi di terra a quello di mammiferi acquatici ha impiegato circa 8 milioni di anni per compiersi del tutto.
I primi esemplari di mammiferi acquatici risalgono al periodo dell'Eocene, che va dai 55 ai 34 milioni di anni fa. Si tratta degli archeocèti, un sottordine estinto di cetacei, che si distinguevano da quelli attuali per la presenza di narici (invece degli sfiatatoi) e per la dentatura acuminata. Due caratteristiche che fecero subito intuire ai paleontologi una "parentela" con i mammiferi di terra. Le prime ricostruzioni complete del loro scheletro sono state ottenute però soltanto intorno ai primi anni Novanta.
Adesso la ricerca americana scrive una nuova pagina della loro storia, facendo un passo indietro, fino agli antenati degli antenati, al tempo in cui questi animali ancora camminavano a quattro zampe, sulla terraferma.
"Studi su ossa e denti del mammifero - spiega il dottor Thewissen - hanno confermato il fatto che l'Indohyus passasse nell'acqua gran parte del proprio tempo". Lo studio smentisce anche la teoria secondo cui i cetacei sarebbero passati al mondo acquatico per dare la caccia ai pesci. "L'Indohyus era un animale erbivoro - continua l'esperto - e quindi è molto più probabile che la spinta a vivere nell'acqua sia stata data dalla necessità di fuggire i nemici".
Antenati terrestri: teorie a confronto. Fino agli inizi del ventunesimo secolo gran parte dei paleontologi hanno creduto che i cetacei discendessero dai mesonichidi (la cosiddetta Ipotesi Menonichidi). Questi infatti, a dieta carnivora, sono i mammiferi preistorici dalle caratteristiche corporee più simili ai cetacei: testa grossa, denti organizzati in maniera simile a quelli dei più antichi cetacei conosciuti e ossa uditive altrettanto simili.
Analisi molecolari, poi, hanno suggerito che gli antenati dei cetacei vadano ricercati negli ippopotami, che avrebbero il Dna più somigliante a quello di delfini e balenottere.
Il dottor Thewissen, nel corso di quindici anni di studio, è riuscito a ricostruire quasi tutto l'albero genealogico dei cetacei. Sul sito dell'università americana per cui lavora, i grafici che spiegano le diverse teorie che ruotano intorno a uno dei più affascinanti eventi di trasformazione evolutiva mai realizzatisi nel corso della storia della vita sulla Terra.
(19 dicembre 2007)
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